Natale 2025

lettera circolare del Priore Generale


Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e pace in terra agli uomini che Egli ama”. (Lc 2,14)


A tutta la Famiglia di San Giovanni di Dio.


Carissimi, il Santo Natale, che ci apprestiamo a celebrare, ci offre una nuova occasione per sentirci più famiglia e più uniti per ravvivare nella fede la nostra missione apostolica ospedaliera al servizio dei poveri e dei malati. La comune condizione umana ci fa sperimentare ogni giorno la nostra fragilità e per questo sentiamo forte il bisogno di ritrovare nuove energie di vita per vivere e testimoniare con sempre più entusiasmo e consapevolezza la nostra fede, radicata nella speranza e vissuta nella carità. In questo Anno Giubilare, che stiamo per concludere, non sono mancate le occasioni e le opportunità per riflettere e meditare sul significato della nostra esistenza di Figli di Dio, chiamati a incarnare la divina Parola di Dio che ci è stata donata in Gesù.

La nascita di Cristo da secoli è l’annuncio gioioso dell’Amore di Dio per gli uomini: Dio entra nel mondo, non per dominarlo, ma per salvarlo. Egli entra nel mondo non per possederlo, ma per amarlo, entrando nel cuore di ogni uomo per trasformarlo in amore. Gli angeli, con il loro canto nella santa notte, uniscono cielo e terra: portano il Cielo nella nostra vita e guidano la nostra vita a riposare sul cuore di Dio.

Il Natale non è una fiaba o una leggenda che risveglia in noi l’incanto e l’innocenza dell’infanzia. Natale ci dice che Dio prende sul serio il mondo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

Per questo la Chiesa “propone” il Tempo forte di Avvento come opportunità per aprire il nostro cuore al Signore che viene e condividere la sua missione di amore che cura le ferite dell’umanità. Egli ci ama, ha fiducia di noi, ci vuole rendere partecipi del Suo progetto di amore per ogni uomo. Dio ha guardato l’umanità con occhi di tenerezza e misericordia, rinnovando la Sua fiducia in noi e chiamandoci a condividere la Sua missione di amore. Questo è il tempo nel quale dobbiamo chiederci se abbiamo la consapevolezza di essere amati dal Signore! Quanto spazio ha Lui nella nostra vita, nei nostri progetti, quanto è coinvolto nel nostro pensare il futuro della nostra vita e del nostro Ordine Ospedaliero? Ritornano in mente le parole di Gesù: “…senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). Questa verità, se compresa e accolta, ci libera dalla presunzione di autosufficienza e ci apre alla fiducia nella grazia.

Carissimi, siamo consapevoli che le difficoltà non mancano e non mancheranno, ma nonostante lo smarrimento e a volte anche il disorientamento che sperimentiamo sappiamo di avere al fianco la presenza di Gesù come compagno sicuro del nostro cammino. Siamo nati nella Speranza ed è per questo che il nostro cuore non si stanca mai di sperare; anzi, proprio di fronte alle difficoltà esistenziali e alla sofferenza che la vita ci riserva, sembra sollecitarci con più forza a non perdere la speranza, proprio perché essa diventa necessaria e indispensabile, come lo è una medicina efficace e adeguata a una buona guarigione e per riprendere il cammino che la vita ci traccia. Con la celebrazione del Santo Natale, la Chiesa ci ricorda che ogni progetto d’Amore ha la sua origine in Gesù, Principe della pace. Vogliamo essere con Lui protagonisti di un’esperienza di vita nuova, da proporre come alternativa alla disperazione e a tutto ciò che è di ostacolo alla felicità dell’uomo. Uno sguardo cristiano sulla realtà ci permette di intravedere uno squarcio di speranza in ogni situazione di vita, perché fondiamo la nostra fede e la nostra speranza su un evento che continua a illuminare la nostra esistenza e renderla sempre degna di essere vissuta.

Se il Giubileo della Speranza si avvia alla conclusione, non si deve concludere il nostro cammino di ricerca di Dio e di nuove strade per espandere l’amore divino che noi decliniamo con il carisma dell’Ospitalità. L’esperienza di sant’Agostino, ancora attuale per noi, ci indica la strada per ritrovare noi stessi e Dio. Il più conosciuto dei suoi aforismi delle Confessioni dice: “Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in Te”. “Ad Te fecisti nos, Domine, et inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te” (1,1.5).

Il nostro cuore, a volte così appesantito dalla vita, necessita della Sua presenza come l’aria che permette di vivere. Se vogliamo che la speranza continui ad essere una presenza costante che accompagna tutti i nostri giorni, è necessario e urgente coltivare e curare la nostra vita spirituale in questo tempo nel quale il cuore dell’uomo è inquieto e si trova di fronte a grandi sfide, “contagiando” con la nostra vicinanza gli uomini e le donne perché sperimentino il potere salvifico di questo dono, non solo come via di guarigione, ma anche come premessa a un futuro migliore a misura di figli di Dio. Che il Natale sia per tutti un messaggio di speranza, una medicina per il nostro tempo, perché accogliendo questo messaggio divino e assumendolo come parte della nostra vita possiamo accogliere la novità di Dio, che è sempre auspicio di bene e di pace per ogni uomo e per tutti gli uomini di buona volontà.

Vi saluto lasciandovi ancora una volta le parole di Sant’Agostino, padre della nostra Regola, il quale esorta a progredire nel bene a non stancarci e non fermarci perché lo Spirito del Natale continui la sua opera di salvezza in ognuno di noi: “Avanza, avanza nel bene... Se tu progredisci, cammini; ma devi progredire nel bene, nella retta fede, nella buona condotta. Canta e cammina! Non uscire di strada, non volgerti indietro, non fermarti!” (S. Agostino, Discorso 256,3).

Continuiamo fiduciosi nel compiere il bene, certi di compiere la volontà di Dio ed essere continuatori credibili dell’Opera iniziata da Giovanni di Dio. 

A ciascuno di voi giunga l’augurio di un gioioso Natale ed un sereno 2026.


Fra Pascal Ahodegnon, O.H.

Superiore Generale 
 

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