Campagna Timor Est
Timor Est è un piccolo stato insulare in via di
sviluppo con una popolazione di 1,3 milioni di abitanti. Viene considerato come
uno dei paesi meno sviluppati al mondo. Ha un tasso di povertà del 45,8%, il
più alto del sud-est asiatico. Le persone più a rischio di povertà sono le donne,
le persone con disabilità e le comunità delle aree rurali remote.
L'insicurezza alimentare cronica ostacola lo
sviluppo del paese. I principali fattori che contribuiscono all'insicurezza
alimentare sono la bassa produttività agricola, la povertà, il carattere
precario delle infrastrutture basilari e delle strutture igienico-sanitarie,
l'acqua potabile, le strade, l'irrigazione, le scuole, la sanità,
l'inadeguatezza del capitale finanziario e umano e l'impatto negativo dei
rischi climatici.
I bambini e giovani costituiscono quasi la metà
della popolazione e sono le prime vittime dell'alto tasso di povertà del paese.
Infatti, il 73% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno.
Da quando ha riconquistato l'indipendenza nel
2002, Timor Est ha compiuto notevoli progressi, dimostrando un forte impegno
per la riconciliazione, la ricostruzione, i diritti umani e la democrazia, ma
ha ancora bisogno della solidarietà del mondo sviluppato.
L'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, e in
particolare i Confratelli della Provincia del Portogallo, stanno dando un
grande sostegno ai Confratelli di Timor, fornendo loro infrastrutture rivolte ai
settori sociali più vulnerabili della società.
Il Superiore Generale ha ritenuto opportuno
realizzare l’annuale Campagna da marzo 2023 a marzo 2024 in aiuto di Timor Est,
dato che l'assistenza sociale e sanitaria nel paese è ancora molto carente.
Attualmente i progetti assistenziali dell'Ordine a Timor sono pochi ma molto
necessari, relativamente facili da gestire, di dimensioni accessibili,
autogestiti e sostenibili a medio termine.
Incoraggiamo quindi tutte le Province dell'Ordine
a collaborare con i nostri confratelli di Timor Est, per "far crescere una
cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli
altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo
sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli" (Lettera Apostolica
Misericordia et misera, n. 20).
Papa Francesco, a questo riguardo, fa la seguente riflessione:
"Noi esistiamo in relazione con i nostri fratelli e sorelle, nei confronti
dei quali abbiamo una responsabilità e con i quali agiamo in solidarietà. Al di
fuori di questa relazione, ci si troverebbe ad essere meno umani. Proprio per
questo l’indifferenza costituisce una minaccia per la famiglia umana. Dio non è
indifferente! Dio si preoccupa dell'umanità, Dio non la abbandona!" Per
non perdere la speranza ha bisogno di tutti noi.
Non abbiate paura di percorrere i sentieri della
fraternità e di costruire ponti di solidarietà. L'indifferenza consolida
l'ingiustizia e gli squilibri sociali.